H O M E
c h i t a r r i s t a




c h i t a r r i s t a 

Più di trentacinque anni di concreta militanza nel campo concertistico (la prima pubblica esecuzione è del 23 giugno 1973) costituiscono un bagaglio di esperienze estremamente ricco e variegato. Questa attività si è fittamente realizzata calcando le scene sia dei più disparati posti della provincia italiana, sia di prestigiose sedi artistiche e culturali in importanti città: a Milano il Conservatorio “G. Verdi”, la Civica Scuola di Musica, le tre Università della Statale, del Politecnico e della Bocconi, la Basilica di S. Maria della Passione, la Chiesa di S. Maria del Carmine, l’Auditorium S. Fedele, il Teatro Rosetum, il Palazzo della Prefettura, i Saloni dell’Umanitaria, il Circolo Filologico Milanese e il Centro Asteria; a Padova la Sala dei Giganti al Teatro Liviano; a Mantova il Teatro Bibiena; al Lago d’Orta l’Isola di San Giulio.
Numerose sono anche le presenze in importanti stagioni musicali e istituzioni civico-culturali: “Serate Musicali”, “Gioventù Musicale d’Italia”, “Musica Rara”, “Nuove Sincronie”, “Opera Orta Festival”, “Liuto, Chitarra e altri strumenti a corde pizzicate”, “Amnesty International”, “Telethon” nonché molte associazioni musicali di altrettante città.
Non mancano i passaggi in radio per varie reti private e di stato (Rai Radiotre) e le registrazioni discografiche: i CD Filippo Gragnani. Musica da Camera con Chitarra, Stradivarius, STR 33385 (1996) e Napoléon Coste. 25 Études de Genre pour la Guitare, op. 38, Nuova Era, CD 7350 (2000) hanno ottenuto un notevole successo di pubblico e di critica.
Il repertorio eseguito è principalmente incentrato sulla musica cameristica (con particolare attenzione al XIX secolo), pur rimanendo sempre a stretto contatto con il repertorio solistico e contemporaneo: vi sono infatti prime esecuzioni assolute di opere commissionate a diversi compositori italiani, così come collaborazioni con esecutori di chiara fama nel campo della musica ottocentesca. La prassi esecutiva delle opere dell’Ottocento è basata sull’impiego di diversi strumenti d’epoca (originali, non copie) e, soprattutto, sull’approfondita conoscenza filologica degli stili e degli autori del periodo classico.







   
r e c e n s i o n i 
«[…] Marco Riboni, che è a un tempo studioso quanto mai competente in materia e interprete sensibilissimo […]. Esemplare l’interpretazione, di un luccicore strumentale e di un’attenzione di lettura che rendono conto in ogni istante delle ragioni espressive della musica.» Cesare Fertonani, “Amadeus”, Italia, 1996.

«Riboni, Saracino e gli altri musicisti impegnati nella registrazione, dal loro canto, raggiungono un raro equilibrio di livelli sonori che non penalizza la chitarra riuscendo, anche sotto questo profilo, a conseguire esiti molto buoni.» Lucio Lazzaruolo, “Guitart”, Italia, 1996.
«E i musicisti? Si abbondi pure in elogi, e dei migliori, per ognuno di essi.» Marco Iannelli, “Musica”, Italia, 1996. Segnalato come “Musica eccezionale”, ossia recensione a cinque stelle.
«Il gruppo formato da Marco Riboni […] si distingue per grande affiatamento, senso della misura e intesa perfetta anche su dinamiche e timbriche, per cui l’esecuzione del Sestetto diventa un campione della loro validità, oltre ad un autorevole esempio di interpretazione […]. Il disco è destinato a diventare un punto di partenza per la continuazione degli studi su Gragnani […].» Quirino Trovato, “CD Classica”, Italia, 1996.
 

«[…] La musica di Gragnani […] il suo aggraziato melodismo […], la sua buona fattura e l’originalità di alcune delle combinazioni strumentali propongono tanti momenti di lieto ascolto. A questo contribuisce il lavoro dei solisti che si fanno cura dell’interpretazione, guidati da un Marco Riboni dal suono terso e pulsazione duttile che firma anche i documentati commenti del libretto.» Xavier Cester, “CD Compact”, Spagna, 1996.

 
«Un attraente programma, composto di musica da camera per due chitarre scritta da Filippo Gragnani (1767 – dopo il 1812), è quello che ci offre un gruppo di strumentisti (due chitarristi, un violoncellista, una clarinettista, un violinista e un flautista).» Maribel Carracedo, “CD Compact”, Spagna, 1996.

altre recensioni
s t r u m e n t i   i m p i e g a t i 
Chitarra dell’800 a sei corde
Strumento di fabbricazione tedesca, di autore anonimo ma databile 1830 circa.
Legni
Tavola: abete
Fasce e fondo: acero
Manico e tastiera: pero ebanizzato
Ponticello: ebano
Dimensioni (in mm)
Diapason: 620
Lunghezza cassa: 443
Larghezza cassa:
al lobo superiore: 200
al lobo inferiore: 290
ai fianchi: 170
Altezza fasce:
allo zocchetto superiore: 80
allo zocchetto inferiore: 90
Chitarra dell’800 terzina a sei corde
Strumento di fabbricazione viennese, modello Staufer, firma illeggibile dell’autore all’interno della cassa, anno 1858.
Legni
Tavola: abete
Fasce e fondo: acero
Manico e tastiera: pero ebanizzato
Ponticello: ebano
Dimensioni
Diapason: 560
Lunghezza cassa: 387
Larghezza cassa:
al lobo superiore: 230
al lobo inferiore: 290
ai fianchi: 160
Altezza fasce:
allo zocchetto superiore: 60
allo zocchetto inferiore: 65
Chitarra dell’800 a sette corde
Strumento di fabbricazione russa, modello Staufer, di autore anonimo ma databile 1870 circa.
Legni
Tavola: abete
Fasce e fondo: palissandro brasiliano
Manico e tastiera: pero ebanizzato
Ponticello: ebano
Dimensioni
Diapason: 620
Lunghezza cassa: 443
Larghezza cassa:
al lobo superiore: 250
al lobo inferiore: 315
ai fianchi: 180
Altezza fasce:
allo zocchetto superiore: 72
allo zocchetto inferiore: 85

Chitarra del ‘900 a sei corde
Strumento di Pietro Gallinotti, Solero (Alessandria), copia Julián Gómez Ramírez 1928, anno 1950.
Legni
Tavola: abete
Fasce e fondo: palissandro indiano
Manico e tastiera: mogano ed ebano
Ponticello: palissandro indiano
Dimensioni
Diapason: 650
Lunghezza cassa: 480
Larghezza cassa:
al lobo superiore: 265
al lobo inferiore: 355
ai fianchi: 225
Altezza fasce:
allo zocchetto superiore: 89
allo zocchetto inferiore: 95




foto di Alberto Valentini
   
   
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